Del risveglio il 24 giugno
I fiori e le erbe da raccogliere al tramonto per posarli nell’acqua e lasciare tutta la notte all’effetto della rugiada: una piccola magia casalinga che le donne si tramandano facendone tradizione. Anche solo così, poteva bastare. Ma quella mattina, il mio Instagram ne era pieno: inaspettatamente.
Chi l’avrebbe mai detto che questa ragazza e quella vicina la facessero, mi sorprendevo scorrendo le immagini.
”Che cos’è?” aveva domandato la mia collega in pausa caffè.
”Una specie di magia” le avevo detto io.
”In che senso?” inarcò il sopracciglio.
”Che è un’acqua che guarisce” risposi.
”Non ci credo proprio a queste cose.”
Ma oltre al corpo, la mente e lo spirito - pensai - guarire anche tutte noi e la nostra società che ci ha fatto credere di non avere potere alcuno e non essere capaci mentre, invece, eccoci che con le nostre mani rendiamo possibile che una cosa così semplice diventi un piccolo incanto. E non abbiamo paura di farlo vedere, non lo nascondiamo. Non più.
“Una volta, le donne le mettevano al rogo per cose così…” aggiunse un’altra, “Per fortuna non sono più quei tempi.”
“Sì, ora ci mettono alla gogna per molto meno, figurati” aggiunsi io.
cit.
“Eri in battisteri e in vasche di cortigiane.
Nei baci, nei sudari.
A scavar pietre, a nutrire arcobaleni.
Nel sudore e nella rugiada di piramidi e lillà.
Quanto è leggero tutto questo in una goccia di pioggia.
Con che delicatezza il mondo mi tocca.
Qualunque cosa ogniqualvolta ovunque sia accaduta,
è scritta nell’acqua di babele”
L’acqua, Wislawa Szymborska
Qualcosa su questo progetto
Newsletter ce ne sono tante, tantissime. Io ne leggo poche perchè non reggo bene i testi lunghi su schermo e mi sembra sempre di non avere abbastanza tempo. Qui le mie parole sono e saranno 200, per un tempo di lettura piccolo, una volta al mese; ci prendiamo questo attimo.